Alfa Romeo 8C 2900B Le Mans: dalla 8C subito al mito
Alfa Romeo 8C 2900B Le Mans
alla 24 Ore di Le Mans 1938
Sono appassionato di esemplari unici ‒ e, questo, ormai lo avete capito. Dunque, oggi voglio parlare di un esemplare preciso, l’Alfa Romeo 8C 2900B Le Mans, costruito (sulla base di un’Alfa Romeo 8C) apposta per la 24 Ore di Le Mans ‒ disputatasi nel 1938.
Alfa Romeo 8C 2900B Le Mans
Raymond Sommer e Clemente Biondetti
In tale circostanza la vettura, guidata da Raymond Sommer e Clemente Biondetti, si dimostrò assai competitiva. Ottenne il miglior tempo sul giro e inflisse un distacco di 189 km a quella in seconda posizione, ossia la Delahaye 135S guidata da Jean Trémoulet e Marius Eugène Chaboud. Alla fine, però, l’Alfa Romeo 8C 2900B Le Mans fu costretta al ritiro ‒ a causa di un guasto al motore.
Alfa Romeo 8C 2900B Le Mans
dall’Alfa Romeo 8C alla Touring
L’Alfa Romeo 8C 2900B Le Mans fu costruita, partendo dal telaio di un’Alfa Romeo 8C, su cui era montato un motore con 8 cilindri in linea e una cilindrata di 2926 cc, sovralimentato con 2 compressori a lobi. Questa creatura sprigionava una potenza di 220 CV. La carrozzeria fu affidata alla Carrozeria Touring di Milano che, per l’occasione, realizzò una berlinetta con struttura in tubi profilati in acciaio.
E voi, qual è stata la circostanza, in cui vi siete vestiti così bene, che vi siete sentiti proprio al centro dell’attenzione?
LA MIA VITA A 4 RUOTE Sono Juan, abito a Milano e ho scelto di aprire questo spazio perché desidero far sentire una voce nuova nel panorama delle auto… la MIA! Il mio interesse per il mondo a quattro ruote nasce in età adulta e, sorrido nel ricordarlo, quando ho iniziato a leggere con una certa frequenza riviste specializzate, che mio padre consultava alla ricerca di un’auto nuova. Il passo successivo è stata la necessità di potermi spostare fuori città in piena autonomia, e la svolta è avvenuta grazie a uno spot in tv dell’Alfa Romeo Mito, con un costo per me irraggiungibile. A quel punto la scelta obbligata è stata una Lancia Y – che stava su con lo scotch. Ora che mi ricordo, quand'ero bambino, mi piaceva tantissimo andare in auto con mio padre, perché mentre lui guidava, io cambiavo le marce. Quando premeva la frizione dopo un'accelerata, salivo di marcia. Quando schiacciava la frizione dopo aver rallentato l'andatura, scalavo di marcia. Lo so che detto così, sembra un gioco, ma per me piccolo era bellissimo, perché mi immedesimavo in mio padre e controllavo con lui la macchina.
Ho scelto di vivere coi miei lettori le emozioni che le auto mi suscitano. Per questo motivo il mio blog «HP – CV. L'auto che voglio» è rivolto a chi fa dell'amore per le auto – supersportive e non – una ragione di vita, non solo di status. Sì, perché quando parlo di alcune Case d'auto, mi s’illuminano gli occhi al solo pensiero che il mio cuore possa battere al ritmo dei giri del loro motore. A volte il mio cuore sussulta, quando cambio la marcia, perché l’accelerazione porta con sé l’adrenalina che mi serve per sentirmi vivo. Il motivo che mi spinge a gettarmi a capofitto in quest'avventura, è la mia passione per le automobili, ma anche l'ammirazione che nutro per coloro che creano veri capolavori dell'arte (penso a Lamborghini Egoista, o a Dallara Stradale, o ancora a Bugatti La Voiture Noire).
Questi sono i motivi per cui, in questo spazio, salvo sporadiche eccezioni, troverete la mia opinione più dal punto di vista della Comunicazione ‒ che altro. In fondo, per i dettagli tecnici, avete già la scheda prodotto del concessionario.
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